lunedì 19 settembre 2011

Chi sono,

Mi chiamo Mario Scamardo, sono nato e vivo a San Cipirello in provincia di Palermo. La vocazione per le attivita' artistiche e letterarie, l'ho avuta sin da ragazzo. Sin dalla meta' degli anni '70 ho dato vita al gruppo teatrale "Le maschere Jatine", operando per oltre un ventennio per la rinascita del teatro dialettale. Ho scritto la farsa in tre atti Tringuli minguli avugghi e spinguli, l'atto unico A fuitina e le commedie U 'ncucchiaviddichi (due atti) e A fattura (atto unico). Nel 2002 ho pubblicato la silloge dialettale Li me savuti a muntuni e in lingua, in coautoria con Sara Riolo I pregiudizi delle lune d'argilla (2003), nel 2005 la silloge in lingua Lettera ad una principessa. In prosa ho scritto in coautoria con Sara Riolo Il favoliere: Cucu' e le sue storie. Ho contribuito nel 2008 alla realizzazione del testo Musica dai Saloni edito dall'Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Sicilia, con prologo di Andrea Camilleri.Nel 2010 ho pubblicato I semi del melograno nano ed. NOVECENTO.  Ho collaborato con la rivista " La Sicilia ritrovata " ed. Giuffre'. In campo teatrale, ho anche operato come consigliere di amministrazione del teatro stabile " Biondo " di Palermo.
Dal 1985 agli anni '90 ho partecipato alla vita politica palermitana come consigliere provinciale e assessore all'agricoltura. ho insegnato per 35 anni all'Istituto Superiore "Ettore Maiorana" di Palermo.In atto presiedo l'enopolio siciliano "Castel di Maranfusa".

2 commenti:

  1. Caro Prof.
    solo se questo può bastare...

    oppure come scrive Wislawa Szymborska(nobel per la letteratura 1996) in "scrivere un curriculum" :

    "Cos’è necessario?
    E’ necessario scrivere una domanda,
    e alla domanda allegare il curriculum.

    A prescindere da quanto si è vissuto
    il curriculum dovrebbe essere breve.

    E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
    Cambiare paesaggi in indirizzi
    e ricordi incerti in date fisse.

    Di tutti gli amori basta quello coniugale,
    e dei bambini solo quelli nati.

    Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
    I viaggi solo se all’estero.
    L’appartenenza a un che, ma senza perché.
    Onorificenze senza motivazione.

    Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
    e ti evitassi.

    Sorvola su cani, gatti e uccelli,
    cianfrusaglie del passato, amici e sogni.

    Meglio il prezzo che il valore
    e il titolo che il contenuto.
    Meglio il numero di scarpa, che non dove va
    colui per cui ti scambiano.
    Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
    E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
    Cosa si sente?
    Il fragore delle macchine che tritano la carta."


    quindi...non ci resta che seguirla per scoprire ciò che la presentazione soltanto annuncia.

    GZ

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  2. ah dimenticavo...non so se è a caso ma mi piace molto quella virgola dopo il : chi sono,

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