L'uomo non dimentica mai nulla, spesso accantona il suo vissuto cercando di annullarlo, relega i cattivi ricordi in un angolo remoto del cervello e spera che mai più riaffiorino, lasciando libertà a quelli più belli. Talvolta, quando meno se lo aspetta, ritornano con impeto e lo fanno tribolare, gli scavano l'anima e, come novelli Maramaldo, affondano pugnali affilati nelle viscere e nel cuore. Nelle menti scorrono le immagini, vorrebbe liberarsene l'uomo per non soffrire, ma loro imperterriti, come nuovi Titani ritornano a scalare il monte sacro delle menti. Mentre l'uomo, come Giove, seduto nella reggia dell'Olimpo, si gode l'ambrosia e il nettare, il soave canto delle Muse e il dolce suono della cetra d'Apollo, i figli di Urano e di Gea, i Titani, giganti mostruosi dalle innumerevoli braccia e dalla torbida ira bestiale, insorgono dando la scalata al monte per minacciare la reggia degli Dei.
LUNGHE NOTTI INSONNI
Suona il vespro e si fa sera,
dentro di me troneggiano le ombre,
il buio mi fa tremare i polsi
e la notte è troppo lunga.
Sovente m'interrogo chiedendomi:
ci sarà un nuovo giorno?...
Chissà, come foglia alla brezza
tremolante mi racchiudo in un cantuccio.
L'attesa è diventata la mia vita,
talvolta voglio viverla
tal'altra desidero che sia finita.
Alle spalle, tanto di sbagliato,
davanti a me il grigio del domani.
Per amore ho perso l'amore
mi è rimasto un pugno di mosche,
tanta polvere nelle mie mani
ed il vento la porta via lontano.
Amiche brezze, non soffiate più
lasciate che rimangano i ricordi
lasciate crogiolarmi tra i feticci:
una cravatta, una foto, una pochette...
La mente vaga e non si ferma
il sonno profondo è anch'esso un ricordo,
le ore son fatte di mille minuti
inerminabili angosce crudeli.
I geni del male mi danzano attorno,
scherni e sorrisi beffardi,
unghia affilate e taglienti
dilaniano le mie carni,
arrivano al cuore alterando il suo andare,
or batte come stampella di storpio,
si ferma e poi riparte senza ritmo
e il petto dolorante gli si stringe attorno...
Vetture d'un treno deragliato
si sconquassano dentro di me,
un groviglio di contorte lamiere
è la mia mente annebbiata.
Venti, soffiate a più non posso
portatevi il senno e la ragione!
Le braccia penzolanti e i pugni chiusi
stringono gli ultimi ricordi.
Numi e tonanti Dei, se esistete,
fate che l'amico oblio
s'impadronisca della mia mente,
non voglio diventare indifferente,
spezzate la stampella!
Che non batta più il mio cuore
per futili sogni evanescenti,
ma se incontraste lei nel mio cammino
allora ridatemi il mio senno
e guarite lo storpio che c'è in me!
Quanti sono gli amori? Tanti, e mai due uguali! Ogni cantore declama il suo, con la passione che l'avvince, col suo vissuto, con le sue speranze ed i suoi desideri, con i suoi travagli, le sue controversie, le sue gioie e le sue pene. Ognuno ci si rivede, gioisce e soffre, sollecita la mente a ricordare o a riccacciare tutto nell'oblio.
AMORI
Amori dati
amori ricevuti
amori vissuti
amori e passioni
amori infiniti
amori appassiti
amori sfioriti
amori sbiaditi
amori travagliati
amori ingannati
amori interessati
amori stentati
amori sofferti
amori abortiti
amori mai nati
amori affogati
amori traditi
amori affranti
amori delusi
impossibili amori
e passioni svanite,
tanti, tanti amori...
amori rubati,
con le loro ingerenze,
tante ingerenze,
ed ogni volta
pre-giudicati.
Non c'è sentimento come l'amore, per il quale non si siano scritte, in ogni tempo, milioni di pagine, fiumi d'inchiostro si son consumati. Tutte le epoche hanno avuto i grandi amori ed i grandi amanti cantati dai sommi letterati, e le ere che verranno, saranno perennemente segnate da cantiche inneggianti all'amore. Sogno e fantasia regnano nei cuori degli amanti ed il loro canto sarà sempre melodioso ed ascoltato.
MALIA
Di lei sentissi almeno il ciabattare,
delle sue gonne percepir fruscio,
potessi il suo respiro respirare
per dare sfogo ad ogni mio desio.
Se io sapessi, ma non so cantare,
le offrirei la meglio melodia,
o possedere tutte l'arti rare
per tutte tramutarle in poesia.
E' incessante nella mente mia,
non son capace mai di cancellare
l'oggetto immenso della mia malia.
L'alimento col fiato questo amore
e sopravviverà alla follia,
oltre la vita, oltre il cessar del cuore.
Non vi ho omaggiato della lirica in lingua Siciliana, mi riprometto di farlo inserendone una in un tema diverso, per tanto vi chiedo scusa.
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