giovedì 15 novembre 2012

CROLLO DELL'ARCHITETTURA DI UN SOGNO













     "Crollo dell’architettura di un sogno". Questa frase, potrebbe ben essere il titolo di un ottimo romanzo di appendice, ma mi porta lontano nel tempo, quando qualche lustro fa, ero più bravo ad edificare dei templi bellissimi all’amore. Scorcio di un passato non tanto lontano, che spesso mi torna alla mente, ormai incapace di darmi sofferenza. Ricordo quando, più vicino nel tempo, mi rubava il sonno e la ragione e mi riempiva di pena. L’uomo è, probabilmente, l’unico essere pensante ad avere piena coscienza di se, ed in ragione dell’età affronta la vita impegnando l’impeto nella giovinezza ed un pizzico di ragione in più man mano che cresce, per cui, quasi alla fine del suo percorso, arriva schermato, ed anche i sentimenti più belli, li affronta mettendo anzitempo nel conto eventuali delusioni o insuccessi. L’uomo impara a svincolarsi dagli obblighi che natura gli impone, comincia a guardare sé ed il mondo che lo circonda, crea il bene ed il male, supera le necessità ed inventa l’architettura dei propri sogni. L’amore sfugge al suo controllo? Spesso si, ma se sfugge, le esperienze maturate dall’uomo si centuplicano ed in una sola volta si corazza non lasciando scoperto nulla, perché il dolore, immenso, profondo, diventa la leva della sua fortificazione e della sua crescita. Amore ragionato? No! Sarebbe una contraddizione in termini. Conduzione ragionata del rapporto, quello si, entrare in punta di piedi nella vita dell’altro/a e uscirne, se occorre, in punta di piedi! 

Riuscirò con dei versi a riempire di contenuto quanto testè detto? Ci provo, nella speranza di non deludervi.






FINIRA’ L’ECLISSE ?

In cima a una piccola erta,
lastricata di pietre bianche,
un vecchio portone in lamiera.
L’ho percorsa mille volte
quella piccola salita e,
varcato l’uscio ho visto il sole.
Abbandonato ai sogni
ho vissuto la favola più bella
fino a quando un mattino,
ripigliando il senno
m’accorsi che ero un trastullo
tra le mani cruenti
di una perfidia dea.
Ogni tanto, passando
alzo mestamente lo sguardo
e rivedo quell’erta,
il vecchio portone ,
e penso a quel sole
che non ho più rivisto.
Il tempo si è fermato,
l’eclisse persiste da tanto,
son io, testardo, spero
in un novello bagliore.


INGANNO

Nasconderti dietro una bugia,
la soluzione di tutti i tuoi problemi.
Veder passare il tempo ed angosciare
reprimere il più forte sentimento
e non accorgerti avvedutamente
che qualcuno sta morendo dentro.
Che l’oblio colpisca la tua mente
e nel tempo non ti gravi del rimorso.
Pur se ferito a morte, agonizzante,
quel che rimane della vita è tuo,
e tu lo sai, ma fai finta di niente.
I miei occhi, quasi del tutto spenti
son fissi sulla tua fotografia,
è tutto quello che mi è rimasto,
l’ultimo grande ricordo, un feticcio,
i tuoi capelli al vento!
Sulle mie retine è fisso il sorriso,
l’accecante luce dei tuoi occhi,
e tanto mi fa ancora sospirare.
Le ultime bugie, gli ultimi inganni,
raccapriccianti scuse banali,
in maniera avveduta,
le avevo messe nel conto!
Se le menzogne fanno la tua felicità,
devo accettarle ancora?



NON SONO L’ULTIMO!

Ci vuole un’ottima vista
per accorgersi del sole,
nubi nerastre coprono il cielo
e fitta pioggia vien giù costante
mentre la nebbia lenta sale
e oscura piano piano l’anima.
Da tempo ti vedo di rado
e devo affacciarmi di corsa,
un attimo soltanto, mentre
scompari tra mille persone.
Ogni giorno più tetro, il cielo
si copre di nuvoloni
ed io mi consegno al pianto
perché il mio sole è sparito,
è al di la della nebbia
a scaldare altri cuori,
ad illuminare altri sorrisi.
E’ buio, sempre buio,
attorno, nessuna fiammella,
un bosco incantato,
solo sterili tronchi senza vita,
ed io non mi compiango,
sono uno della lunga lista,
uno dei tanti cadaveri
che hai seminato per strada,
e so di non essere l’ultimo!







EUTANASIA DI UN AMORE 

Hai generato un mondo di speranze
dove il grigio della vita
si tramuta in rosso scarlatto
ed io automa, ritornato ragazzo,
l'ho percorso per lungo e per largo
e ho vissuto il mondo di fiaba.
Ho rinnegato chi mi ha donato,
ho alimentato col fiato le mete.
Sembrava reale, un mondo vero,
ma tu, incostante nel tempo,
come il vento hai eroso
i tanti castelli di sabbia,
con costanza, come l'onda battente
hai cancellato ogni traccia.
Sull'arenile deserto
mi è cpmpagna soltanto l'angoscia,
amara la vita, realtà crudele!
La lotteria dei tuoi sentimenti
gira al mutar della brezza
come il galletto di latta in cima al camino.
Che cosa son stato 
se non un capriccio
per la tua vita legata a più fili,
forse, ho riempito un lasso di vuoto,
eppure, ho sempre donato
senza alcuna riserva...
ho asfissiato gli affetti più cari
e ho creato lo scrigno più bello
dove ho riposto i miei sogni...
"Eutanasia di un amore"...
operata a piccole dosi,
apparentemente indolore.
Oblio della mente t'invoco,
oscura il mio senno
e fa che la vita sorrida
a chi ho fatto del male.
Ora, sparsi qua e là
solo mucchietti di cenere
e desolanti amarezze.
 
 
 
Spero solo di non avervi deluso, ottime riflessioni.

Nessun commento:

Posta un commento