domenica 20 novembre 2011

... POESIA... POESIA... POESIA... POESIA...................... POESIA....

Donare incondizionatamente, non è una prerogativa comune. L'amore per il prossimo non è fatto di oboli, che sovente servono ad accrescere i propri meriti e ad azzerare le asperità della propria coscienza. L'amore è dedizione, continua ricerca per soddisfare i bisogni degli altri. Aiutare i bisognosi, promuovere l'amore verso il prossimo è un'opera che trascende il tempo. 
Ho conosciuto una donna in una corsia d'ospedale mentre ero in visita ad un ammalato, Maria. Una donna bellissima ed affascinante, con due occhi neri luccicanti, una voce argentina, nel suo camice bianco da infermiera, girava per i letti e regalava ai pazienti, che quasi l'aspettavano, una carezza, un sorriso, tra i più belli che io ricordi. Mi informai su di lei, seppi che alla fine dei suoi turni in ospedale, pur avendo famiglia, dedicava ancora delle ore per assistere gratuitamente, a casa loro, degli ammalati terminali. Tutto ciò lo costatai, Maria lo fa con amore, con quell'amore e quella semplicità di cui si è nutrita nella umile famiglia in cui è cresciuta, senza nulla togliere a suo figlio ed a suo marito.
Ho voluto dedidarle una poesia, quando gliel'ho regalata, è arrossita, l'ha letta e si è commossa, e mi ha ringraziato con un sorriso.


“Sorriso” 
              
                                              L’abbagliante luce del mattino
bacia il tuo volto sempre sereno.
Le tue mani alacri si muovono
con l’armonia che ti è congeniale
e la vita che ti è dentro si risveglia.
I tuoi pensieri sono per chi ha bisogno,
                                                           comincia così la tua missione…
                                                           Il sorriso è la tua grande forza
che viene spontaneo dall’anima,
che si sprigiona dalla tua bocca
colma di denti di pasta d’avorio.
Tu, sai ascoltare la sofferenza
e la trasformi in speranza grande,
infondi, con la gaiezza fiducia
ed hai sempre un pensiero
per quanti vivono il dolore.
Sei semplice, tra le tue cose semplici!...
Pellegrina tra gli afflitti,
allarghi le tue lunghe braccia,
stringi tutti in una stretta d’amore
e da quella grande anima che sei,
non provi mai la stanchezza.
Se fossi stata fontana,
copiosa e gorgogliante,
fresca e immensamente generosa,
avresti dato vita a un fiume di portata,
per tutti quanti dissetare.
Se fossi stata albero,
avresti prodotto cento rami
e avresti dato mille frutti,
tutti succosi, belli e dolci
come il tuo sguardo di madre.
Se fossi stata una tiepida brezza,
avresti soffiato leggera
a scaldare il cuore degli afflitti.
Il vento che parla a chi sa ascoltare
e porta seco la sua musica,
ti sfiora dolcemente il viso
e muove le tue crespe ciocche.
Dal vento ti fai sedurre e lo seduci,
lo ammalii e ti fai ammaliare,
sei la semplicità e null’altro…
Il tuo nome, Maria, è “Sorriso”!


Ci sono mille modi per dire ad una donna "Ti amo", proprio mille! E dopo averglielo detto ad ogni istante, la fantasia può spingere fino all'inverosimile. Quando la passione divampa, all'orizzonte c'è l'irrazionale e, non c'è donna che non accetta le parole di uno spasimante, specialmente se sono espresse in versi.


Vulissi !...


Vulissi essiri lu megghiu fotografu,
ppi firmari di tia tutti l'immagini;
lu megghiu artista c'un pinseddu 'mmanu,
e li biddizzi toi putiri cogghiri;
lu megghiu scarpillinu ccu lu geniu,
ppi 'mmurtalari a vita sti capiddi.
Si fussi pasticcieri lestu e abili,
di tia facissi nna pupa di zuccaru,
sunn'è piccatu dillu, e fussi Diu,
ddu ali ti facissi, di farfalla,
e siccomu cumannassi sulu iu,
ti cullucassi 'nta nna rosa gialla,
e cu li fogghi ti facissi culla.
Di tuttu u celu, bella fra li belli,
l'occhi ddu stiddi, tunni comu palli
e dintra la to vucca milli perli.



Traduzione


 Vorrei !...

Vorrei essere il più bravo fotografo,
per immortalare di te tutte le immagini;
il miglior artista col pennello in mano,
e le bellezze tue potere cogliere;
il migliore scultore con il genio,
per immortalare sempre i tuoi capelli.
Se fossi un pasticciere lesto ed abile,
di te farei una bambola di zucchero,
se non è peccato dirlo, e fossi Dio,
due ali ti farei, di farfalla,
e siccome comanderei solo io,
ti poserei in una rosa gialla,
e con i petali ti farei la culla.
Di tutto il cielo, bella fra le belle,
gli occhi due stelle, rotondi come palle
e dentro la tua bocca mille perle. 



Giorno 28 novembre, pubblicherò il III racconto tratto dal mio volume I RACCONTI DEL BORGO. 


Grazie per la vostra cortese attenzione.
 




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