Sugli amori si possono scrivere poemi, interi poemi stracarichi di gioie, di momenti sublimi, di passioni travolgenti, di felicità, di sorrisi, di sospiri, di attese trepidanti, ma anche di piccole illusioni, di piccoli e grandi momenti di tristezza, di grandi e piccoli patemi, di pianti e di rimpianti, di piccole storie senza storia colme solo di lustrini, traboccanti di fiele, di nodi alla gola, di grossi rospi non digeriti, di piccoli e grandi tradimenti, di scempio dei sentimenti altrui, di piccoli e grandi bari, di illusioni e di menzogne, di piccole e grandi tragedie, di doppi giochi, di sentimenti belli che si tramutano pian piano in stizza, in rabbia, in odio.
Un poeta osserva, coglie l'intera gamma delle emozioni, delle reazioni, dei comportamenti, le fa proprie, le vive e le rivive nella sua fantasia, e piange e ride, gode e si dispera poi, le trasforma in versi che devono rendere a chi li legge gli stessi patemi degli amanti.
Spesso non ci accettiamo per quello che siamo, non siamo in grado di mettere un punto fermo nella nostra vita, per sapere da dove partire o su cosa star fermi se ci piace, su come costruire e da dove cominciare a migliorarci o, se proprio vogliamo a perderci! E l'amore che è l'unica vera libertà, talvolta ci imprigiona, ci condanna, ci trasforma in relitti senza vita!
Le poesie di questo post tracciano in maniera diversa delle
tragedie, capaci di avere spento il sorriso dei protagonisti. Storie intricate, colme di grandi passioni ma, trasbordate in un pelago senza uscita.
LETTERA AD UNA PRINCIPESSA
Non ricordo più quasi il colore dei tuoi occhi
ma so che sono gli occhi più belli del mondo, principessa.
Se mi avessi sentito un momento
anzichè farmi accusare ingiustamente,
se avessi dato ascolto alla ragione,
se avessi meditato sul passato,
se veramente non mi avessi usato,
se un sentimento ti avesse attraversato
non avresti di me fatto un depresso,
un relitto pieno di malinconie
un locomotore in un binario morto,
un astro spento in dissoluzione
in uno spazio infinito senza vita.
Stupidi e vuoti orgogli tuoi!...
Il sospetto su uno scherzo da prete
che maldestramente qualcuno t'ha fatto
che hai trasformato nella tua verità,
in una terribile ed ingiusta accusa.
Non hai trovato il coraggio per parlarmi,
lo hai fatto per interposta persona
e l'anticamera delle tue certezze
è diventata la mia tragedia.
Che strana donna sei, non hai coraggio!
Mi hai trasformato in un bambino,
mi nutrivo accarezzandoti con gli occhi,
ascoltando la tua voce ammaliatrice,
piccola principessa, io sono innocente!...
Il destino cupo a cui m'hai legato
non è certo quello che m'hai fatto sognare,
non è quello in cui speravo,
non è quello che meritavo.
Come hai dimenticato facilmente,
come hai gettato tutto nell'oblio,
pur sapendo che oggi o fra mille anni
son disposto a donarti la vita.
Tribolata esistenza è la mia,
mi hai sinanco tolto il saluto.
Mi manchi oggi, mi mancherai sempre,
fino al cessar dell'ultimo respiro
ed io non mi do pace eternamente.
Quando ho sbagliato, e sai che cosa dico,
l'ho fatto per proteggere un amore,
il mio, il tuo, il nostro sogno.
L'ho ritenuto l'unico rimedio
pur sapendo del rischio che correvo.
Son caduto nella trappola di chi
ci aveva da sempre avversato
e sull'altare della gelosia
ha immolato i tuoi sentimenti.
Il perdono che t'ho chiesto allora,
non ha fatto breccia nel tuo cuore,
te lo richiedo oggi e con ardore.
Vorrà il destino che è stato rio
avvicinarmi a te un istante,
regalarmi la tua immagine agognata
e poi chiuder per sempre gli occhi
con te eternamente nel mio petto.
Non dormo ormai da tanto tempo,
e se talvolta il sonno mi coglie
a tenermi compagnia ci sei tu,
con la tua risata argentina,
con i tuoi denti di pasta d'avorio,
con le tue labbra di corallo rosso,
con le tue mani diafane,
con i tuoi occhi, i più belli del mondo!
Breve è il sogno, pochi attimi fugaci,
il risveglio è sempre l'angoscia
e mi riprende il magone...
una stretta soffocante alla gola,
una fitta penetrante allo sterno.
Vorrei essere la suola delle tue scarpe
per carezzarti i piedi come un tempo,
o la tua spazzola per sfiorarti i capelli.
Il mio sole non splende più,
eri tu che gli davi la vita.
Principessa, il tuo pollice è verso
ed io gladiatore son destinato alla morte!
Le lacrime le ho esaurite
e sai che non so manco pregare,
il dolore mi ha inaridito...
I fogli del calendario della vita
volano via trasportati dal vento,
e sento già il gravame del fardello
che mi hai caricato sulle spalle,
gravi accuse per quanto non commesso,
e tu, per salvare le tue storie senza storia,
mi hai sacrificato come agnello sull'ara
certa del mio silenzio a costo della vita.
Se avessi voluto farti del male
avrei fatto attorno a te terra bruciata,
ma l'idea non ha mai sfiorato la mia mente.
Io non posso farti del male e tu lo sai,
e quando ti sentirai sola,
quando la tua mente rinsavirà,
quando la ragione prevarrà sui torti,
quando avrai smaltito la tua cieca ira,
quando non sarai più l'eterna ragazzina,
quando avrai trovato il tuo equilibrio vero,
quando vorrai ancorarti in modo serio
all'amore più grande che hai incontrato,
quando gli altri non ti daranno più nulla
e i tuoi capelli e i miei diventeranno bianchi
e sarà la solitudine la nostra compagna,
mostruosa, fatta di lunghi sospiri e di tanti rimpianti,
io sarò sempre quì ad aspettarti,
senza chiederti nulla, principessa...
... a presto!...
D'IMPROVVISO...
Come d'incanto un sogno,
un desiderio mai nato,
un turbine alla mente
e un tuffo al cuore...
d'improvviso come folata
in giorno sereno.
Scemo che sono!...
Mai m'ero accorto
di avere ad un passo
la cosa più bella
da sempre sognata.
Cieco son stato,
con gli occhi di latta!
Un'anima enorme
e due grandi braccia
capaci di darti la vita.
Un fascino colmo
di ragioni sennate,
di grazia che avvampa,
di sentimenti maturi,
di scelte volute,
di attimi rari,
di voglie aberranti,
di sete d'amore,
di eccelsi pensieri...
La cosa più bella
è scoprire che esisti
e dividi il pensare
con la dea più ardita;
come vorrei rinascere ancora...
rinascere dentro di lei
e recuperare il tempo perduto!
Forse mi resta soltanto il sogno,
ma io non dispero.
Tanto, che importa se devo aspettare,
un solo mattino
di sole splendente
vale con lei una vita!
Mi manca, da farmi soffrire,
mi manca il suo tono argentino,
i gesti delle sue mani,
la sua intelligenza,
il suo fascino antico,
il suo fare aggraziato,
il suo odore che sa d'ogni fiore,
la sua cocciutaggine,
il suo lieve sorriso.
Come fiume in piena
ha attraversato la mia valle,
ha travolto ogni cosa
e mi ha fatto sognare.
Indomata puledra
ha scalpitato nel mio petto,
e mi ha tolto la pace.
Forse, ancora cent'anni,
forse, son mille e più,
ma io son felice per lei
e le voglio più bene.
Paletti? Quanti ne vuole!
Argini? Io son muratore!
Il pegno? La vita mia!
Domani? Sarò ancora a pensarla,
fino al cessar del cuore.
Se sull'Olimpo fossi a comandare
di lei farei un bruco variopinto,
l'attrezzerei con due grandi ali
per completare la sua libertà.
IL MIO BRUCO VARIOPINTO
Cosa c’è di più bello
di una notte di luna,
di un cielo ammantato di stelle,
del sorriso di un bimbo,
del volo di un uccello,
del rumore dell’acqua,
del canto del vento,
di una farfalla su un fiore,
di due libellule amanti,
del silenzio del deserto,
del profumo dell’erba,
del sole che sorge,
del rosso di un tramonto,
del germinare di un seme,
di due occhi lucenti…
Rimanere incantato
davanti ad un bruco variopinto
e godere del suo muoversi lento
su foglia di rosa scarlatta.
Ogni giorno a guardarlo
ed amarlo silente
per interminabili ore,
e sognare, sognare…
Poi, metter le ali e vederlo andar via
attratto da mille colori,
da un campo di grano,
da un prato disteso,
da mille lustrini…
Ed io che l’ho amato,
accarezzato con gli occhi,
costruito i miei sogni,
l’ho perso di vista,
s’è confuso tra i campi…
S’è portato via la speranza
e mi ha spento il sorriso.
di una notte di luna,
di un cielo ammantato di stelle,
del sorriso di un bimbo,
del volo di un uccello,
del rumore dell’acqua,
del canto del vento,
di una farfalla su un fiore,
di due libellule amanti,
del silenzio del deserto,
del profumo dell’erba,
del sole che sorge,
del rosso di un tramonto,
del germinare di un seme,
di due occhi lucenti…
Rimanere incantato
davanti ad un bruco variopinto
e godere del suo muoversi lento
su foglia di rosa scarlatta.
Ogni giorno a guardarlo
ed amarlo silente
per interminabili ore,
e sognare, sognare…
Poi, metter le ali e vederlo andar via
attratto da mille colori,
da un campo di grano,
da un prato disteso,
da mille lustrini…
Ed io che l’ho amato,
accarezzato con gli occhi,
costruito i miei sogni,
l’ho perso di vista,
s’è confuso tra i campi…
S’è portato via la speranza
e mi ha spento il sorriso.
HO LETTO LA TUA ANIMA
E' successo poche volte!
Ho visto sprizzare la gioia
dai tuoi occhi apposta celati
da occhiali marcati di scuro.
Brillavano come non mai
ed in essi soddisfatto ho letto
le pagine della tua tenerezza.
Eri tu, senza il tuo velo grigio,
con tutta la carica affettiva,
senza alcuna corazza,
ed il fulgore del tuo sguardo
mi ha fatto chiaramente leggere
il pieno della tua anima,
le grandi pagine del tuo cuore,
candide, talvolta immacolate,
piene di spazi vuoti,
non pagine ingiallite
ma nitidi fogli delicati
come i petali del gelsomino.
Profondi e luminosi fanali
incapaci di mentire
che han portato fuori
quella bellezza interiore
tanto somigliante a quella esterna
che ti ostini a celare.
Sai, ora ho davvero capito
quanto la mia istintività
è stata precisa nel tempo.
Io, quanto te son testardo,
ed ora ho avuto ragione,
il bello che tieni nel cuore
è pari al fascino tuo.
Non è stato il tempo capace
di strappare la tua innocenza;
vorrei che i giorni a venire
possano darti momenti migliori.
Ora sei tu padrona del campo,
gli altri, la gente, inezie da nulla,
minuscole menti vaganti nel vuoto,
tu, invece, regina del senno
regali i tuoi pensieri con amore
e fai che ognuno si disseti
alla coraggiosa fonte del tuo sapere.
Brava Lulù, complimenti!
Sai quanti muri hai abbattuto?
Ora sei un'impeto, una forza vera,
eppure, nella tua semplicità,
nella dignità che ti distingue,
sei sempre la stessa,
una passione infinita,
e nulla sai chiedere
perchè hai solo e sempre donato.
Grazie di avermi onorato
or mi posso con orgoglio fregiare
di essere veramente tuo amico.
Che la fortuna assista i tuoi passi
e ti renda quanto dovuto,
Grazie Lulù, ti voglio bene.
VIA DEL SILENZIO
Ciao Veronica, ricordi?...
la nostra viuzza stretta,
allargavamo le braccia
e toccavamo le due murate.
Stringevi forte le sbarre
del piccolo balcone
ed io dalla finestra di fronte
ti accarezzavo le nocche.
Non c’era mai il sole
nella nostra stradina,
passava soltanto il lattaio
ed il vecchio maestro di piano
e noi, spennacchiando un geranio
lasciavamo che i petali rossi
come farfalle si librassero in aria
per poi vederli adagiare
sui piccoli coti del basolato.
Più grandi, ci stringevamo le mani
e il sorriso fu il nostro padrone
fino a quando la scuola ci separò
preparandoci ai nostri destini.
Cominciasti ad inseguire chimere,
sembravi già donna ed io,
eternamente bambino!
Sul tuo balcone rigogliosi gerani
alla mia finestra solo foglie verdi,
io ripetei ogni dì il gioco,
lasciando librare i petali,
non sorrisi più, divenni serioso
e guardandomi allo specchio
mi accorsi del mio naso più tozzo,
di una strana peluria sul viso.
Son diventato brutto, pensai
e fu quasi una rassegnazione,
allungai le braccia e strinsi,
come per un addio
le sbarre che stringevi tu.
Ricordavo appena il colore
verde intenso dei tuoi occhi,
ma sapevo che erano
gli occhi più belli del mondo!
Ricordi Veronica?...
Non ebbi nemmeno il tempo
di fare progetti allora,
eri il mio impegno quotidiano,
l’unico, allietato dai petali volanti
e dai nostri silenziosi sorrisi.
Cinquant’anni dopo,
quasi per caso, ti cedetti il passo
in quel budello stretto,
ambedue ci girammo di colpo, e
istintivamente presi le tue mani
e carezzai le tue nocche,
anche tu non dicesti una parola
ma dolcemente, con un polpastrello
raccogliesti sul mio viso una lacrima.
Ciao Veronica…
TURMENTU
Dintra nna vesta tutta arraccamata
cu pizzi e trini carrichi d'argentu,
nna rosa la to facci di cassata,
l'occhi, li luci di lu firmamentu.
Comu nna gran Madonna si parata,
a brazzu vai d'un vecchiu a passu lentu,
ridi la vucca tua 'ncuraddata
mentri lu chiantu è trattinutu a stentu.
Darreri nna culonna di cummentu
chianciu la sorti mia disgraziata,
nesciu fora, circannu ca lu ventu,
ciusciannu, 'nta nna so vulata
pozza alluntanari ogni turmentu,
purtannusi sta vita sfurtunata.
Spero che le poesie siano state all'altezza della premessa. Se così non fosse, vi chiedo venia.
certo sei splendido
RispondiEliminaSon contenta di aver trovato questo tuo (mi permetto il tu, giacchè siam entrambi blogger, anche se io son di scarsissimo livelli) blog. lo trovo davvero piacevole ...
RispondiEliminaVerrò a trovarti spesso
Caterina