MARIO SCAMARDO
IL TEATRO DI FIGURA
IL TEATRO DI FIGURA
E IL
FASCINO DEI SUOI COLORI
Francesco Rinaldi,
Francesco Vasta, Giovanni di Cristina inteso “Scolimaro”, Concettino Rinaldi,
Gaspare Canino, Giuseppe Argento, Nunzio Coppolone, Nino Canino, pittori e
ritoccatori di teloni a scacchi, le locandine pitturate su tela di metri 1,50
circa e alte metri 2, divise in 6 o 8 scacchi, che riassumevano episodi, scene,
avvenimenti o figure mitologiche, tracciando per grandi linee la
rappresentazione della serata. La saga più nota e più seguita era La storia dei Paladini di Francia, ma i
pupari e gli opranti più bravi si cimentavano nel Trabazio, nel Guidon Santo, nel
Rinaldino o addirittura nel Macbet, Fedora, Tosca, e per le famiglie, storie come il Don Chisciotte, Lucia di Lammermoor, Genoveffa, ecc.
Importanti erano le quinte del teatrino, pitturate con colori vivaci dove primeggiavano il rosso e il giallo e dove non mancava il giallo-oro e il verde. I teloni di fondo immettevano lo spettatore su un campo di battaglia, dentro una reggia, in una sala delle armi.
Importanti erano le quinte del teatrino, pitturate con colori vivaci dove primeggiavano il rosso e il giallo e dove non mancava il giallo-oro e il verde. I teloni di fondo immettevano lo spettatore su un campo di battaglia, dentro una reggia, in una sala delle armi.
In basso a
sinistra del palcoscenico riempiva i tempi morti dell’opera e gli intervalli,
un pianino di Barberia con una manovella atta a fare girare un grosso cilindro
che consentiva all’aria di attraversare dei fori e produrre suoni melodiosi.
I pupari, con la loro fantasia fecero rivivere i paladini vissuti nell’Ottocento con le armature di foggia rinascimentale del XIV secolo. I pupi esprimono la volontà di continuare a battersi in quella che è stata definita “la più invisibile delle guerre invisibili” che, con i nostri ideali, sosteniamo dentro di noi più che fuori. Non a caso i pupi costituiscono un umile ma tenace segno di contraddizione e di resistenza rispetto alla logica della rassegnazione e del peggio, che è di tanta cultura e letteratura di “vinti”. I pupi ci aiutano a capire il Gran Teatro del Mondo, dove si è fin dalla nascita “agiti”, giusta l’idea pirandelliana secondo la quale “siamo tutti pupi”, marionette, burattini, maschere, ombre, animati dall’onnipotente Spirito divino, che è nel cuore di tutti gli esseri e tutto agita al ritmo incalzante del tempo, col potere della “meraviglia”.
Con l’Opera, il mondo cavalleresco rappresentato divenne il tipico mezzo di espressione del popolo siciliano, esso costituì un fatto di costume. La leggenda carolingia, confacendosi al carattere dei siciliani, narrava di eroi che combattevano e si immolavano per la fede, per la giustizia, per la tolleranza, per l’umiltà, per la fratellanza, per la libertà, per l’onore e per l’amore, creando così una morale con i suoi valori, umani, talvolta irruenti, appassionati, vivi. L’opra, svolse il compito che è stato da sempre del teatro, presentare, drammatizzandoli, problemi, conflitti, inquietudini, pregiudizi, ansie ed inibizioni dell’uomo. Veri o inventati, i personaggi e gli episodi, hanno sempre avuto un punto unico di riferimento, l’eroe.
I pupari, con la loro fantasia fecero rivivere i paladini vissuti nell’Ottocento con le armature di foggia rinascimentale del XIV secolo. I pupi esprimono la volontà di continuare a battersi in quella che è stata definita “la più invisibile delle guerre invisibili” che, con i nostri ideali, sosteniamo dentro di noi più che fuori. Non a caso i pupi costituiscono un umile ma tenace segno di contraddizione e di resistenza rispetto alla logica della rassegnazione e del peggio, che è di tanta cultura e letteratura di “vinti”. I pupi ci aiutano a capire il Gran Teatro del Mondo, dove si è fin dalla nascita “agiti”, giusta l’idea pirandelliana secondo la quale “siamo tutti pupi”, marionette, burattini, maschere, ombre, animati dall’onnipotente Spirito divino, che è nel cuore di tutti gli esseri e tutto agita al ritmo incalzante del tempo, col potere della “meraviglia”.
Con l’Opera, il mondo cavalleresco rappresentato divenne il tipico mezzo di espressione del popolo siciliano, esso costituì un fatto di costume. La leggenda carolingia, confacendosi al carattere dei siciliani, narrava di eroi che combattevano e si immolavano per la fede, per la giustizia, per la tolleranza, per l’umiltà, per la fratellanza, per la libertà, per l’onore e per l’amore, creando così una morale con i suoi valori, umani, talvolta irruenti, appassionati, vivi. L’opra, svolse il compito che è stato da sempre del teatro, presentare, drammatizzandoli, problemi, conflitti, inquietudini, pregiudizi, ansie ed inibizioni dell’uomo. Veri o inventati, i personaggi e gli episodi, hanno sempre avuto un punto unico di riferimento, l’eroe.
BRADAMANTE (Collezione Canino)
RINALDO DI MONTALBANO (Collezione Canino)
GIGANTI SARACENI (Produzioni seriali)
ORLANDO E ANGELICA (Collezione Canino)
CARLO MAGNO (Collezione Canino)
DISFIDA TRA ORLANDO E RINALDO (Collezione Canino)
CASTELLO DI MONTALBANO (F.sco Rinaldi Museo Int Marionette)
SBARCO DI SARACENI (F. Rinaldi M.I.M)
RICONOSCIMENTO DI RUGGERO E MARFISA (F,sco Vasta Coll.privata)
DUELLO TRA RINALDO E MARFISA (F.sco Rinaldi M.I.M.)
MORTE DI DAMA ROVENZA (F.sco Rinaldi ritocco Argento M.I.M.)
FERRAU' e lo spettro di ARGALIA (F. Vasta Collezione privata)
FIERAMONTE salva FARISMANE dal drago (Collez.privata)
ACCAMPAMENTO CRISTIANO (Coll. privata)
ANGELICA ARRIVA ALLA CORTE DI CARLO MAGNO (F. Vasta Coll. privata)
ORLANDO (Collez. Canino)
RINALDO (Collezione Canino)
I TRE FRATELLI SPAGNOLI: MARSILIO, BULOGANTE, FALSERONE
(Collezione Canino)
(Collezione Canino)
NINO CANINO IL PUPARO E L'OPRANTE PIU' GRANDE DI TUTTI I TEMPI!
GRAZIE PER IL BAGAGLIO CULTURALE CHE CI HA LASCIATO
I PALADINI DI FRANCIA
|
I SARACENI
|
ALFONSO
|
BIANCARDINO
|
FALSARONE
|
GRANTONIO
|
GUARNIERE
|
MARSILIO
|
PULICANTE
|
AGOLANTE
|
ALMONTE
|
TROIANO
|
Nessun commento:
Posta un commento