I piatti che i siciliani amano
J.W.
Goethe così scriveva nel suo <<Italienische Reise>>: “Quanto poi agli alimenti di quaggiù, non ho
ancora detto nulla, mentre si tratta di un capitolo tutt’altro che
indifferente.”
I secoli sono stati testimoni di una
moltitudine di dominazioni in Sicilia: Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi,
Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Borboni. Ciascuna di esse ha
lasciato tracce inconfondibili nelle tradizioni, nei costumi e nella
gastronomia dell’isola.
Definire quest’isola come la terra
dei mangiatori di pane non è un azzardo, così come non lo è definirla dei
mangiatori di pasta. Dice un vecchio detto siciliano: ‘nta la casa can un c’è pani, c’è lu trivulu abbattutu (in una casa
dove manca il pane non può esserci allegria). I pani siciliani non sono solo
“buoni da mangiare” ma anche “buoni da
comunicare”. Molte le forme e, talvolta, i nomi delle stesse, tutte ricoperte di semi di sesamo che
gli conferiscono un aroma ed una fragranza non riscontrabile in altre regioni
d’Italia, torcigliato, macallè,
sfilatino, treccina, tipo, filone, signorina, mafalda, tricottu, toscanino,
ciabatta, ‘nciminatu, toscano, pagnotta, semprefresco, rosetta, pizziato,
sculture soffici e profumate, sortite da mani esperte che si tramandano l’arte
da secoli.
Terra fertile e mare pescoso
sono le fonti di una cucina agricola e marinara, genuina, talvolta umile e tal’altra
molto ricca. Platone, Ateneo, Archestrato, Plinio, Cicerone, Orazio, Ibn
Zaffir, Ibn Jubbar, tutti i cantori arabi ed i cantori armeni parlano con
enfasi della gastronomia sicula che nel tempo, con l’avvento dei monsu’, i cuochi francesi della nobiltà
settecentesca dell’isola, si raffinò e perfezionò una serie di portate cha sono
diventati dei capisaldi della cucina tradizionale.
Cercherò di illustrare un
piatto per provincia, primi, secondi piatti o dessert, nella speranza di
esserne all’altezza.
(Le ricette si intendono
sempre per quattro commensali.)
PASTA
COL PESTO ALLA TRAPANESE
Ingredienti: gr.400 di pasta (taglio corto); gr 300 di
pomodori sbucciati e senza semi, tagliati a dadini; gr 50 di granella di
mandorle tostate; gr 50 di pangrattato appena dorato in padella; uno spicchio d’aglio;
olio d’oliva extra vergine; pepe nero o in alternativa peperoncino; foglie di
basilico.
Preparazione:
pestare in un mortaio i dadini di pomodoro con sale, aglio, basilico e pepe,
aggiungere l’olio e la granella di mandorle, cuocere la pasta, ben scolata condirla
con il pesto ottenuto, disporla su un piatto di portata e cospargerla col
pangrattato e servire.
A questo primo piatto va
abbinato un vino bianco tipico del territorio, un cataratto bianco lustro o un grillo.
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CACOCCIULI
A VIDDANEDDA
(Carciofi
alla villanella – Agrigentino)
Ingredienti:
nr 8 carciofi mondate dalle foglie esterne e dalla parte dura del torsolo,
tagliate a mezza foglia per eliminare spine e parte più legnosa e battute al
fine di allargare le foglie; filetti di sarde salate tagliati a piccoli
pezzetti; gr 100 di mollica di pane sbriciolata finemente; olio di oliva extra
vergine; sale; pepe; prezzemolo finemente tritato; un paio di spicchi d’aglio
finemente tritati.
Preparazione:
condire in una terrina la mollica di pane con sale, pepe, sarde salate, aglio e
prezzemolo, fare amalgamare il tutto aggiungendo un filo d’olio. Farcire i
carciofi con l’amalgama e disporli col torsolo in basso in un tegame a misura,
irrorare abbondantemente con olio, coprire il tegame e far cuocere a fuoco
lento per una buona mezzora. Qualora occorra aggiungere un paio di cucchiai d’acqua.
Servire in un piatto fondo e
aggiungere il liquido di cottura.
A questo piatto va abbinato un
vino bianco siciliano, Cataratto o Malvasia.
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PASTA
RUSTICA (Caltanissetta e dintorni)
Ingredienti:
gr 400 di pasta corta; gr 400 di broccoli a ciuffetti cotti in acqua salata e sgocciolati;
due spicchi d’aglio; una manciatina di olive nere; ½ bicchiere di vino rosato;
2 filetti si sarde salate; un peperoncino; ½ cucchiaio di concentrato di
pomodoro o in alternativa un pomodoro secco tagliato a dadini; olio di oliva
extra vergine; sale; 4 grani di pepe nero. Conservare il brodo di cottura dei
broccoli.
Preparazione:
soffriggere in padella i broccoli in olio, aggiungere i 4 grani interi di pepe
nero, l’aglio tritato, spruzzare col vino e con una forchetta sminuzzare i
broccoli. In una casseruola a parte , rosolare le sarde salate, le olive nere
snocciolate e il peperoncino; aggiungere il concentrato di pomodoro e versare
sui broccoli aggiungendo, quanto basta, l’acqua di cottura del broccolo.
Cucinare la pasta, scolarla non del tutto e mescolarla con i broccoli, quindi
servire.
A questo piatto può essere
abbinato un vino rosato ottenuto dalla lavorazione in bianco della malvasia
nera o di qualunque uva rossa a polpa non pigmentata.
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A
CUCCIA (Siracusa)
Questo piatto molto povero,
nel tempo venne dedicato a Santa Lucia, protettrice di Siracusa. Narra la
leggenda che dopo la morte di Santa Lucia, la città subì una pesante carestia,
tanto che i siracusano, non avendo nulla da mettere sul fuoco, tranne che delle
manciate di grano. Molti paesi in Sicilia sono devoti alla santa e il 13
dicembre è d’uso, per devozione, astenersi dal mangiare il pane e preparare la cuccia.
Ingredienti: ½ kg di grano duro; olio d’oliva extra
vergine; sale.
Preparazione: Mettere a mollo il grano per 24/36 ore, scolarlo, sciacquarlo
e metterlo a cuocere in acqua con un pizzico di sale per 45/60 minuti, scolarlo
non del tutto, condirlo con olio e servire.
Della cuccia si possono avere molte varianti se si intende trasformarla
in un dessert. Si può condire con crema di latte, pezzetti di cioccolata
fondente, un pizzico di vaniglia, un pizzico di cannella e ornata con codini di
zucchero colorati; col mosto cotto concentrato; con ricotta setacciata,
zuccherata e vanigliata, ornata poi con canditi. Ogni angolo della Sicilia ha
una variante del piatto.
Alla cuccia va abbinato un “Passito
di Pantelleria” o un “Moscato di Noto”.
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FACCI
DI VECCHIA (Ragusa)
La facci di vecchia è una focaccia.
Ingredienti:
1kg di farina di semola di grano duro; gr 25 di lievito di birra; olio d’oliva
extra vergine; sale; gr 250 di cacio cavallo ragusano grattugiato; pepe nero
macinato; origano; rosmarino.
Preparazione: Impastare la farina, il lievito, 125 gr di
caciocavallo, 4/5 cucchiai di olio, sale qb, con acqua tiepida fino ad ottenere
una pasta omogenea, metterla a lievitare fino a veder raddoppiato il volume.
Distendere la pasta in teglie unte d’olio, ungere le superfici di olio,
spolverare col caciocavallo, il pepe e, secondo i gusti, origano o rosmarino.
Infornare, aspettando che si dorino. Servire appena sfornate. (Varianti per il
consumo possono essere l’aggiunta di ricotta, salsiccia a tocchetti piccoli,
dadini di caciocavallo stagionato o fresco).
A questa focaccia, in tutte le
sue varianti, si abbinano o un ottimo Cerasuolo
di Vittoria o l’Ambrato di Comiso.
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PURPETTI
I SARDI (Piatto della cucina palermitana)
Ingredienti:
gr 800 di sarde da deliscare e ridurre in filetti; gr 200 di mollica bianca;
prezzemolo tritato; 2 spicchi d’aglio tritati; gr 100 di una passa; gr 70 di
pinoli; litri 2 di passata di pomodoro; una cipolla rossa; sale; olio
extravergine di oliva; 1/8 di vino bianco.
Preparazione: In una terrina impastare,
sminuzzandoli per bene i filetti di sarde con mollica, prezzemolo, aglio
tritato, uva passa, sale, vino ed un cucchiaio di olio. Amalgamato il tutto,
formare delle polpette e metterle a friggere in olio bollente. Soffriggere in
un tegame la cipolla tagliata finemente, appena dorata, versare il passato di
pomodoro, regolare col sale e al primo bollore immergervi le polpette. Cuocere
a fuoco lento senza coperchio restringendo il sugo di 1/3. Servire caldo.
Qualunque vino bianco o rosato
può essere abbinato. La sarda ha un gusto forte, anche un rosso morbido
(merlot) può andar bene.
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A SASIZZA ‘NTE CANALI (La salsiccia nelle tegole –
Enna e dintorni)
Questo è un piatto che si può
preparare all’aperto o dove è disponibile un forno a legna.
Ingredienti: gr 600 di salsiccia di puro suino o mista di
suino e vitello.
Preparazione:
Disporre di due tegole ( coppi siciliani) in terracotta, disporre la salciccia
tra di esse e ricoprire di brace. Cottura 20/30 minuti. Servire calda.
A questo piatto, molto
saporito ma abbastanza grasso, va abbinato un vino rosso ricco di tannini e
ricco di glicerina, capace di asportare il grasso dal palato. Ottimo e un Nero d’Avola, un Nero di Pachino, un Perricone.
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RIGATONI ALLA NORMA ( Sotto il pennacchio dell’Enta)
Ingredienti:
gr 400 di rigatoni; 1 melanzana (lunga); 1 spicchio d’aglio; gr 400 di pomodori
pelati a cubetti; gr 150 di caciocavallo, pecorino o ricotta salata grattugiata;
olio d’oliva extra vergine; basilico; sale; pepe o peperoncino.
Preparazione: Tagliare a dadini o a fettine
la melanzana e friggerla in olio bollente, scolarle. Soffriggere in una
casseruola l’aglio, aggiungere il pomodoro, salare e cuocere a fuoco lentissimo.
Cuocere i rigatoni, scolarli, aggiungere un mestolo di salsa e farli
amalgamare. Disporre la pasta su un piatto di portata, versarvi ancora un mestolo
si salsa e adagiarvi sopra il formaggio grattugiato o la ricotta salata, le
melanzane e guarnire con foglie di basilico.
Anche stavolta i formaggi lasceranno
grassi nel palato, quindi un buon Rosso
dell’Etna o un buon Nerello
mascalese.
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FETTINE
DI PESCESPADA ALLA MESSINESE
Ingredienti: nr 8 fettine
sottili di pescespada; gr 100 di pan grattato; gr 50 di parmigiano grattugiato;
una manciata di capperi triturati; prezzemolo tritato; una cipolla gialla; olio
d’oliva extra vergine; pepe nero macinato; sale; foglioline di alloro.
Preparazione: Condire il
pangrattato con sale, pepe, prezzemolo, un cucchiaio di olio e il parmigiano e
disporlo sulle fettine di pescespada, arrotolare le fettine infilzandole poi
con uno spiedino, avendo cura di alternarle con un pezzetto di cipolla bianca e
l’alloro. Immergere nell’olio gli spiedini e ripassarli nel pangrattato prima
di porli sulla griglia. Servire dopo la doratura da ambo i lati.
Il vino consigliato è la Malvasia delle Lipari.
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