L’ oro della Valle Jato
(Vini e Vigneti)
Tratto da Ricordi storici e statistici dei Comuni di San Giuseppe Jato e San Cipirello del Dott. Belli (1934)
Dal 1900 , debellata la fillossera in quanto il nuovo ciclo di piantagioni vennero innestate su portainnesto americano, l’espansione della vite nel territorio jatino avvenne in progressione geometrica e in qualche decennio quasi tutto il territorio venne impiantato. Dice il Belli: Gli ubertosi e rigogliosi vigneti su ceppo naturale, distrutti dalla fillossera, sono quasi tutti ricostituiti su ceppo americano; e di giorno in giorno, oltre l’antico territorio, altra vasta estensione di terreno, negli ex feudi limitrofi, coprendo di rigogliosi vigneti.
Quivi si conosce bene la cultura delle viti. L’impianto viene praticato dietro scassature profonde, e quindi praticando delle buche vi si collocano le barbatelle. Per la natura del terreno prevalentemente calcareo si è trovato più atto alla quale porta innesto il Rupestris de Lot. Le viti si impiantano a filari quadrati, si conoscono bene i metodi razionali d’innesto; preferito quello a zufolo, che dà splendidi risultati. Abbiamo provetti e valenti innestatori, la cui opera è anche richiesta da altri paesi.
Ordinariamente le viti si impalano con fasci di canne (mazzuna) e qualche proprietario per economia o per necessità, per scarsezza della canna pel divieto di cultura lungo i cigli stradali e delle trazzere, comincia ad usare la potatura ad alberello, della alla Marsalese. Si usa anche largamente la sforbiciatura per favorire l’allignamento. La zappatura si fa a mano con zappe e zapponi; qualche proprietario usa oggi anche l’aratro. Qualcuno usa dare i vigneti a strasatto (ai consi). Un tempo si patteggiava per Lire 25 a migliaio oltre a 1 barile di vino; oggi a Lire 100, oltre un barile di vino pari a 36 litri. Qualche proprietari preferisce la mezzadria, raramente l’affitto. In generale, i piccoli proprietari (borgesi) coltivano da se i propri vigneti.
Al vigneto occorrono molte e continue culture: la scalza, la potatura, l’impalatura, la legatura, la zappatura a marzo, la spollonatura, prime e seconda zappatura ad agosto.
E’ indispensabile la solforazione contro l’oidio e l’irrigazione preventiva calcio-cuprica contro la peronospora e infine la sforbiciatura.
Il Belli, medico condotto a San Giuseppe Jato, abitante a San Cipirello, dopo che i ceppi ricoprivano buona parte del territorio, ci informa sulla necessità di reperire braccia fuori dai due paesi per ottemperare alla vendemmia. Al mattino, nella pubblica piazza si contrattava sulla mercede e subito venivano ingaggiati per la raccolta dell’uva, chi per lavori nelle cantine, chi, provvisto di bestie da soma, per il trasporto dell’uva. In quel periodo fiorirono le bettole dove i braccianti andavano a desinare con menù quasi identico per ogni osteria con cucina: pasta, melanzane, baccalà. Davanti la bettola il banditore che invitava i braccianti con una cantilena gridava: A pasta è lesta veni mancia! Milinciani a stufatu veni mancia! Al mattino con la stessa cantilena: Consa consa, muffuletti cavuri va consa! Saimi e cascavaddu va consa! Finito il desinare finivano a dormire in un fondaco, nelle cantine o, addirittura, dietro i portoni, sia maschi che femmine.
Alberello Marsalese
La vite e il vino resero benestanti gli jatini; diventava un privilegio anche lavorare nei vigneti da braccianti, da mezzadri, da consalori, da potatori, innestatori, da borgesi, e tanto accompagnò gli jatini sul davanzale del 2000.
1 BOTTE = 416 litri
1
CARROZZATA DI UVA = 560 Kg pari a 16 Varrili
1 Varrile di uva = 35 Kg
Un mulo trasportava per volta 4 varrili (4 sacchi di olona pesante)
2 Varrili formavano una “pennula” circa 70 kg
IL VINO veniva misurato in decalitri, 10 litri.
I vini diventarono sempre più pregiati, le tecniche di allevamento si affinarono, i vitigni vennero importati da tutta Europa, dai Paesi del Macreb, dalla California. Alcuni Jatini divennere nel tempo i maggiori espostatori di vini Bianchi in Germania, Austria e Paesi Bassi. Con il procedere del tempo il territorio conquistò molti mercati mondiali e si moltiplicarono le etichette.
Nel tempo la valle Jato dimenticò l'emigrazione e conobbe la piena occupazione!
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